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Premiazione Michele CEA Foundation

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Premiazione degli studenti del Liceo Artistico Ciardo Pellegrino nel concorso artistico intitolato alla memoria di Michele Cea "Con l'Arte e per l'Arte"promosso dalla Fondazione Michele Cea ETS.

Il 6 aprile 2024, presso l’ex Conservatorio di Sant’Anna a Lecce, è avvenuta la premiazione dei vincitori del concorso "Con l'Arte e per l'Arte". La mostra collettiva si è rivelata un’esplosione di diversità in quanto i giovani artisti hanno suscitato particolari sensazioni come se ne vedessimo diverse contemporaneamente, ma tutti uniti dalla passione per esprimere quanto sentito interiormente. Hanno raccontato il variegato mondo dell’arte attraverso le tante tecniche, da quelle più classiche del disegno, della pittura e della scultura fino alle forme artistiche contemporanee frutto dell’esperienza digitale. Un percorso che ha unito il figurativo, il linguaggio astratto con l’esperienza della video art, linguaggio che rappresenta e interpreta al meglio le nuove generazioni. Insieme hanno raccontato ciò che sentono ed attraverso le loro opere, hanno reso partecipe il mondo che li circonda, del loro pensiero, della bellezza e delle emozioni che provano e hanno reso omaggio a Michele Cea e al suo pensiero cogliendo il senso di quel "grido" liberatorio che esplodendo attraversa le sue opere, incitando i giovani artisti a lanciare liberamente il proprio "urlo" creativo senza timori. 

La giuria Presieduta dalla Prof.ssa Lina Bavero, vice presidente fondazione CEA e composta dai professori Andrea Buttazzo, Vito Cofano, Rodolfo Stigliano, dalle prof.sse Antonella Schirinzi e Rossella Vilei e dalla fotografa Luciana Trappolino, ha selezionato i primi tre classificati: al primo posto Gabriele Cornacchia della classe VG Audiovisivo e Multimediale con l’opera “Le Cinque Arti Dell’Hip-Hop”, vincitore della borsa di studio. Secondo classificato: Andrea Mello con “L’Urlo dell’Anima” della classe IVE Scenografia. Terza classificata l’opera dal titolo “æωχaρəίςï ελəυθερίæ: Hai bisogno di libertà” di Calò Aurora, Cannoletta Elionay, Fantini Vittoria, Montinaro Aurora della classe IVE Scenografia. I premi per il secondo e terzo posto sono consistiti in libri. A tutti gli espositori è stato consegnato l’attestato di partecipazione.

MOTIVAZIONI DELLA GIURIA

Il video “LE CINQUE ARTI DELL’ HIP-HOP” 

è il vincitore del concorso “Con l'Arte e per l'Arte” proposto dalla Fondazione Michele Cea  e riceverà come stabilito dal bando, una borsa di studio di 500 euro.

Il Lavoro di Gabriele Cornacchia della VG AM è stato scelto dalla giuria del Premio Fondazione Michele Cea ETS con la seguente motivazione:
“Il messaggio trasmesso dal video “Le cinque arti dell’Hip-Hop” risulta incisivo e di forte impatto comunicativo nel voler promuovere le diversità. La tecnica utilizzata del ritmo narrativo dimostra spiccate capacità e competenze tecniche”.

Il giovane regista nella scheda di accompagnamento afferma “Il video mostra come l’Hip-Hop riesca a superare barriere culturali e sociali, unendo le persone attraverso la condivisione di emozioni e passioni comuni.
Le cinque “Doppia H” rappresentano l’essenza umana. L’hip-hop non conosce confini e riesce a creare un ponte tra mondi diversi, dimostrando che la musica ha il potere di unire e guarire le ferite dell’anima. 
Da cultura di strada del ghetto newyorkese a fenomeno che coinvolge migliaia di adolescenti e giovani in tutto il mondo. Conoscere la storia dell’hip-hop e riflettere sulle sue potenzialità in campo educativo vuol dire entrare in contatto con una risorsa preziosa per ragazzi alla ricerca di efficaci canali di autonarrazione, di strumenti per dialogare con identità e vissuti frammentati e di pratiche per riappropriarsi di città ogni giorno più aliene.  I suoi valori – perseveranza, confronto con se stessi e il mondo, mutuo aiuto – sono fattori di crescita fondamentali per i più giovani. Oggi, nel mondo, non c'è cultura giovanile più radicata e diffusa dell'hip-hop.

HIP-HOP, UNO STRUMENTO PEDAGOGICO Quando una cultura di strada diviene esperienza di crescita con gli adolescenti

Al secondo posto si è classificato Andrea Mello (IVE Scenografia) con l’opera L’URLO DELL’ANIMA con la seguente motivazione:

“Contrastante e interessante il connubio di tecniche e materiali differenti per esprimere la forte carica emotiva espressa attraverso l’urlo”.

La composizione è caratterizzata da un uomo che tende ad affrontare un suo conflitto, sia esteriore che interiore, espresso attraverso l’urlo. Quest’ultimo è così forte che colpisce la sua stessa anima portandolo ad amplificare il suo dolore. Anima e corpo sono stati realizzati con due tecniche differenti: una nella sua forma grafica (a destra), con una monocromia di acrilici blu che tende a scurire per rappresentare il periodo di buio che l’uomo sta attraversando; una nella sua forma plastica (a sinistra) che rappresenta la sua anima un po’ raggrinzita come la cartapesta usata per questa metà, successivamente poi ripresa con un monocromo che la esalti e con delle macchie di colore sullo sfondo che riprendono lo stile dell’artista Michele Cea.

Michele Cea. La mia arte? Un grido e basta e ognuno faccia il verso che vuole…

Al terzo posto si è classificato un progetto che vuol essere “un omaggio a Michele Cea e a tanti altri artisti che nel corso dei secoli hanno portato un contenuto nuovo e innovativo nell’arte usando diversi linguaggi e diversi materiali”. E’ una Storia di carta e di amore. 
Motivazione della giuria: per il senso di un racconto onirico quasi di narrazione favolistica esaltata dalla vena poetica del segno puro e intuitivo in un contesto di scenografia teatrale.
Il progetto è stato realizzato dalle alunne della IVE Scenografia: Calò Aurora, Cannoletta   Elionay, Fantini Vittoria, Montinaro Aurora.
æωχaρəίςï ελəυθερίæ: Hai bisogno di libertà
Scopriamo nella carta un’enorme possibilità espressiva: la carta non ha un proprio valore intrinseco, è semplicemente carta di recupero, che prende forma nobilmente proprio attraverso un vasto immaginario, che poi la animerà, fino ad assumere figure molto potenti,  fortemente simboliche,  proprio perché dotate di una propria  idealità superiore,  individuale quanto collettiva.
La carta, il fil di ferro, spago, rami secchi, sono proprio i materiali da cui abbiamo ricavato le soddisfazioni maggiori … non hanno valor riconosciuto socialmente … e per questo ci è piaciuto dare forme nobili a ciò che verrebbe invece rifiutato”,
La nostra opera rappresenta lo stupore, la libertà, il voler andare oltre il trasformarsi in qualcosa di totalmente definito. In sostanza la nostra idea è mutata e trasformata nel corso della lavorazione, un mondo sospeso, fluttuante, nel quale non si sente il bisogno di gridare, ma di sussurrare verità antiche e profonde: l’ascolto, in queste opere, pone le sue radici più nascoste.
I racconti onirici non sono da intendere sogni narrati, bensì esperienze vissute dal protagonista nell'inconscio. I personaggi vivono in un mondo irreale, con atmosfere che ne esaltano il carattere favoloso, immaginario.

Margherita Prisco

 

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