Il pittore leccese è tornato nel 'suo' Istituto d’Arte e ha festeggiato il suo compleanno con gli alunni del liceo Artistico
IL VIDEO DEL MAESTRO DURANTE L'ESECUZIONE DELL'OPERA
Incontriamo Ercole Pignatelli alla sede Pellegrino del Liceo Artistico “Ciardo Pellegrino” di Lecce, già sede dell’Istituto d’arte frequentato dal maestro all’inizio degli anni ’50.
Ha un’agenda ricca di appuntamenti organizzati per festeggiare il suo quarto ventesimo compleanno: due mostre, una a Lecce presso il Convento dei Teatini e l’altra a Matino, premi e riconoscimenti pubblici, ma è riuscito a ritagliarsi una mattinata per dedicarsi alla sua scuola. Arriva carico ed energetico come i suoi colori, forte come la sua pittura, prorompente con la sua personalità a tinte accese. Gli studenti lo attendono come una star e lui non si risparmia: pennelli, tela, colori, cellophane e Beethoven per una performance che rapisce tutti con i suoi tratti corposi e le sue sonorità cromatiche. Il risultato è un surreale e specchiante paesaggio riflesso che arricchisce la collezione permanente del Liceo Artistico di Lecce. Domande, emozioni, foto di rito, ospiti illustri, completano la giornata indimenticabile per tutti gli operatori della scuola. Poche battute concesse come in una chiacchierata informale.
Il Salento aldilà della retorica: una persistenza costante nella sua produzione.
Quello che io dimostro in continuazione è quanto la mia terra ha una presa diretta su di me da oltre 60 anni, una presa che non mi molla mai. Ho trovato le giuste caratteristiche che sono attinenti alla mia mente al mio cervello alla mia visione. Potrei vivere dieci anni a New York e non dipingere mai un grattacielo. Per me è impossibile uno sradicamento. è necessario seguire il proprio istinto naturale.
Tra i tanti temi a cui si è dedicato qual è il più sentito?
Io ho approfondito molti temi. Per esempio ho già trattato nel 1972 la Siccità ma lo sto affrontando nuovamente così come le Masserie, il Paesaggio riflesso, i Basamenti. Nella mia formazione non c’è un elemento unico come è stato per Morandi che ha ripetuto tutta la vita le bottiglie, tranne un autoritratto e qualche paesaggio. Io ho una visione globale di tutto quello che mi può interessare, quindi prendo appunti con la macchina fotografica ma rimango libero come un uccello.
Il colore irreale e psichedelico usato in figurazioni riconoscibili. Cosa ci dice del processo dal reale al simbolico?
La trasformazione cromatica credo sia indispensabile. La copia non serve a niente così come mi costringevano a fare all’Istituto d’Arte. Anche i grandi maestri hanno copiato ma questo serve solo ad approfondire l’immaginazione.
Arte Sacra perché no?
è vero in parte. Alla mostra allestita ai Teatini...
qui a Lecce (ndr. visitabile fino al 20 giugno) c’è una Crocifissione. Però io non credo. Non devo pentirmi: faccio arte sacra per me. Arnoldo Mosca Mondadori credente fervente, mi dice spesso che farebbe realizzare a me un’opera sacra perché chi non è credente riesce a penetrare meglio, in modo meno sdolcinato e più vero il sacro.
Il ruolo della sua famiglia e di sua moglie
Ho tre figli, tutti artisti: Luca, pittore affermatissimo, Francesco, fotografo, Daniele regista e filmaker, con i quali abbiamo realizzato un lavoro importante due anni fa: un corso online, dove io insegno a disegnare e dipingere che uscirà a giugno e sarà distribuito in tutto il mondo. Ho dei contatti giornalieri con i miei figli. Gabriella mia moglie ha davvero una grande pazienza e soprattutto c’è da augurarsi che questa pazienza non venga meno perché ho bisogno di questo contatto. Poi ci sono dieci nipoti con cui mi diverto molto. Tra di loro c’è già il germe artistico, tra pittura e musica. Siamo una famiglia molto unita.
I progetti futuri
Durante l’ultimo mese dell’Expo di Milano lavorerò all’Impluvium della Triennale su tre pareti di circa 14 metri e poi uscirà un libro di memorie, a cui non ho ancora trovato un titolo, scritto con Sebastiano Mondadori e presto presenteremo questa monografia.
Lo salutiamo tutti calorosamente ripercorrendo i gesti sapienti e rituali con cui ha dipinto la lucecolore.
Maria Agostinacchio
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